Una donna normale (e grande)


Remanzacco, 17 luglio 2014

Donatella Visintini è un nome che - giustamente - non dice nulla alla massa dei tifosi e degli appassionati pallonari italiani. E’ una signora che vive a Remanzacco, nel contado di Udine, fa la casalinga mentre il marito lavora come bidello. E’ una di quelle donne - figlie, madri, mogli - che tengono in piedi il nostro paese ogni giorno che il buon Dio manda in terra, e che lo rendono possibilmente un po’ meno slabbrato. Come? Con il buon senso e la pragmaticità del genere femminile.

Suo figlio si chiama Simone Scuffet, ha compiuto da poco 18 anni ed è una giovane promessa del calcio italiano. Per i suoi genitori ciò significa essere catapultati in una dimensione che non è più quella di accompagnare il proprio figliolo alle partite della domenica, nella partecipata trepidazione per i suoi esiti agonistici comune a molti genitori. Non a tutti. Le cronache e le esperienze di ciascuno di noi sono infatti piene di episodi di genitori che ripongono tutte le loro rancorose e frustrate rivincite nel sostegno da ultras ai propri rampolli in mutande e tacchetti.

Basta scorrere la pagina Facebook della signora Donatella [vedi] per coglierne la solidità degli affetti e la semplicità delle emozioni: la foto dei fuochi d’artificio alla sagra dei Gamberi di Remanzacco alternata a quella dei primi ritagli dei giornali per le imprese del figlio, quella dell’albero di Natale acceso in casa sotto la litografia del Canal Grande inframezzata all’orgoglio materno per il giovane campione della Nazionale, quelle autoironiche di lei che gioca un po’ goffamente a palla tamburello a quelle dell’esordio in A di Simone, etc. etc.

Basta scorrere questo profilo - i like ai Pink Floyd e all’Associazionismo sportivo, a Candy Crush Saga e al Trofeo Nereo Rocco - per capire perché Donatella Visintini si è serenamente opposta al trasferimento di suo figlio nella Liga spagnola. Prima Simone deve prendersi il diploma di Ragioneria nel giugno 2015 (ed è deboluccio in Economia, a quanto pare) e poi se ne riparlerà nell’estate dopo la Maturità. Ma che scherziamo? Meglio che concluda gli studi a Udine.

Gli avvoltoi giornalistici stanno tempestando di telefonate casa Scuffet in queste ore, increduli e incapaci di comprendere come Simone a la sua famiglia possano rinunciare a 4,5 milioni di euro in cinque anni [vedi]. La signora Donatella ha chiesto la cortesia di essere lasciata in pace. Storie come queste confortano il cuore e aprono alla speranza sulle sorti di questo nostro grande e smarrito paese. E dunque sulle sorti del nostro calcio.