Il rullo


30 giugno 2015, Champions League, Primo turno di qualificazione

Il calcio globale è un rullo continuo: non è ancora finita la stagione agonistica che già comincia la successiva. Senza considerare la Copa América nell'altro emisfero - nella quale peraltro sono impegnati molti atleti che giocano nei campionati europei e che ancora devono fare le vacanze -, oggi la finale dell'Euro Under 21 tra Svezia e Portogallo conclude la stagione UEFA 2014-2015 proprio nel giorno in cui si avviano la Champions e l'Europa League 2015-2016 con il primo turno di qualificazione tra squadre dove militano "poliziotti, insegnanti, meccanici, falegnami, panettieri", come sottolinea con malcelato orgoglio il sito della danarosissima UEFA.

Tre le partite di CL in programma. Al Victoria Stadium di Gibilterra il Lincoln incontra i campioni di Andorra del FC Santa Coloma. Al Seaview di Belfast i Crusaders si battono contro i campioni estoni del FC Levadia Tallinn. Le reminiscenze più suggestive arrivano invece da Yerevan in Armenia, dove il Pyunik ospita i campioni sammarinesi della Folgore nel venerando stadio sovietico della Dinamo, costruito nel 1935. Oggi si chiama Vazgen Sargsyan anvan Hanrapetakan Marzadasht, vale a dire Stadio repubblicano "Vazgen Sargsyan", il primo ministro assassinato in carica nel 1999.

Viviamo anni di guerra con santuari abbandonati perché bombardati [vedi]: che la nuova stagione cominci in uno stadio dedicato a un eroe militare [vedi], ce lo conferma sinistramente.

C'era un ragazzo che come noi amava il rap e il Real Madrid ...


26 giugno 2015, Sousse

E' forse una foto destinata a entrare nell'immaginario storico collettivo come quella dell'attentato delle due torri dell'11 settembre 2001. Seiffedine Rezgui si allontana a piedi dal teatro della sua Jihād, senza correre, con un'espressione assorta che cela il mistero angoscioso delle ragioni dell'atto che ha appena compiuto. Analogo, per molti versi, a quello di Anders Behring Breivik, di Dylann Storm Roof e di tanti altri individui che hanno compiuto nelle settimane scorse e in anni recenti stragi di esseri umani inermi.

Chi lo conosceva lo ricorda come un appassionato di musica rap e di calcio, dal Real Madrid della "decima" alla nazionale tunisina, eliminata ai quarti di finale della Coppa d'Africa dello scorso gennaio. "Ogni tanto, quando passava di qui per andarci, si fermava a dare due calci al pallone con noi", ha detto un conoscente: "Era anche bravo, ma faceva due passaggi e stop: salutava, e via nella Grande Moschea".

Qui vogliamo ricordare anche Hervé Cornara, il primo uomo a essere decapitato in Europa per motivi religiosi negli ultimi due secoli. Amava il calcio anche lui: era abbonato dell'Olympique Lyonnais.

Viviamo anni difficili, di guerra. Ma non dobbiamo perdere la speranza che anche l'esperanto calcistico possa - al fine - aiutarci a ridare un tassello di senso a quanto appare non averne.

La libertà di giocare a calcio


Debrecen, 17-21 giugno 2015

Come ha scritto Roberto Beccantini, "la Fifa ha 209 chiese affiliate, l’Onu ‘soltanto’ 193". Vero, ma alcune 'chiese', per loro fortuna, non sono affiliate alla Spectre guidata da quell'onest'uomo di Sepp Blatter. Si sono invece associate nella Confederation of Independent Football Associations (CONIFA), che dal 2013 riunisce rappresentative di stati non riconosciuti, minoranze, popoli senza stato, regioni e micronazioni [vedi].

Nel 2014 si è tenuta la prima World Football Cup ad Östersund, in Svezia, alla quale hanno partecipato l'Abcazia, l'Aramea, la Contea di Nizza, il Darfur, l'Isola di Man, il Kurdistan, la Lapponia, il Nagorno Karabakh, l'Occitania, l'Ossezia del Sud, la Padania e il Tamil Eelam. Il torneo è statovinto dalla Contea di Nizza ai rigori sull'Isola di Man.

Si disputa invece in questi giorni la prima European Football Cup, ospitata a Debrecen, in Ungheria, alla quale partecipano sei rappresentative: l'Alta Ungheria (Felvidék), la Contea di Nizza, l'Isola di Man, la Padania, i Rom e la Terra dei Siculi (Székely Land).

Ovviamente i giornali italiani hanno subito inzuppato il biscotto per il confronto che ha messo di fronte la Padania (composta da supposti 'razzisti' e che schiera un lumbard come Enock Barwuah) e i Rom (i supposti 'zingari'). Per la cronaca hanno vinto i padani per 3:2.

Provincialismo dei media italiani a parte, l'iniziativa è seria, importante e meritoria. Il motto della ConIFA è "Freedom to play football". Il suo scopo è "costruire relazioni tra i popoli, le nazioni, le minoranze e le regioni isolate in tutto il mondo attraverso l’amicizia, la cultura e la gioia di giocare a calcio", e "perseguire il fair play e lo sradicamento del razzismo". Altro che il "No to racism" recitato dai top-players della UEFA ... [vedi].

Vedi anche: Gazzetta | Backstage Football
Rassegna italiota: 01-02-03-04