5 giugno 2013, Busto Arsizio
I fatti sono noti [vedi]: 3 gennaio 2013, Stadio Carlo Speroni di Busto Arsizio. Kevin-Prince Boateng ha ricordato al processo contro i responsabili: “Ogni volta che toccavo palla sentivo cori indirizzati nei miei confronti, dei buh buh che ricordano i versi degli animali”.
Processo per direttissima (5 mesi per arrivare alla sentenza di primo grado). Sei imputati, tutti ritenuti colpevoli: di due sono noti anche i nomi, Davide Bolchi e Riccardo Grittini, assessore del Comune di Corbetta. Il pm di Busto Arsizio, Mirko Monti, aveva chiesto una condanna a quattro mesi di reclusione per Bolchi e sei mesi per gli altri tifosi.
I giudici hanno concesso invece tutte le attenuanti possibili, condannando cinque imputati a due mesi di reclusione per ingiurie aggravate dalla matrice razziale degli insulti. Appena 40 giorni di condanna, invece, per Bolchi che a differenza degli altri si è sempre presentato alle udienze. Tutti gli imputati sono stati condannati a risarcire 5mila euro alle parti civili (Lega Pro e comune di Busto Arsizio). E’ immaginabile che in appello gli sconti di pena saranno ancora più sostanziosi.
Pochi giorni fa la FIFA aveva annunciato un inasprimento delle sanzioni sportive [vedi]. Staremo a vedere.
Un punto è certo. Se Boateng non avesse abbandonato il campo non ci sarebbe stata questa prima presa di coscienza di un fenomeno che è accertatamente criminale a questo punto, oltre che culturale.