Memoria e oblio


1 aprile 2013, Sunderland

La vicenda è su tutte le prime pagine dei media mondiali e non c’è bisogno di rammentarla. Su di essa si sono sprecate in queste ore opinioni e dichiarazioni [leggi].

Eupallog coltiva la memoria storica del calcio - e dunque anche della storia in senso lato - come vettore di identità, individuale e collettiva. Pertanto, così come sgomenta l’oblio che affligge Giorgos Katidis [vedi] e molti della sua generazione, allo stesso modo non si può dimenticare il ruolo tragico del fascismo negli orrori del Novecento, nonostante le autoassolutorie nostalgie tuttora vive in molti europei.

Nelle dimissioni di David Miliband dal board del Sunderland AFC rispettabili memorie familiari si intrecciano indubbiamente all’autocompiacimento di una certa sinistra politicamente corretta. Nelle convinzioni politiche di Paolo Di Canio si mescolano però contraddizioni insanabili tra un passato inequivocabile (il fascismo) e un presente problematico (il razzismo).

Soprattutto, la scelta del Sunderland AFC mostra come anche nella “civile” Inghilterra le trasformazioni del “calcio moderno” - simboleggiate dalla demolizione del vecchio Roker Park “operaio” [vedi | leggi] per far posto a una società “finanziariamente corretta” - provochino inevitabilmente torsioni della memoria.

Il calcio è politica, e non smemoratezza. Per fortuna.

Leggi anche il commento di Jonathan Wilson sul CdS.