La città e i suoi ricordi




























Sarrilandia, 20 maggio 2017

A lungo sono rimasti, i giocatori, sotto la curva, applauditi dal loro popolo e dai soliti canti, nel tipico clima di festa che (in tempi lontani) caratterizzava l'ultima partita interna di ogni squadra. C'era sempre quella 'pacifica invasione di campo', oggi proibita. Ieri sera, sotto la curva, è rimasto a lungo il Napoli, al termine di un match dominato contro la Fiorentina, dopo l'ennesimo spettacolo di gran calcio offerto in questa stagione. Stagione che conclude senza titoli. Senza titoli? Certamente, in nessun albo d'oro il nome del Napoli farà capolino per la stagione 2016-17. Ha anzi peggiorato (manca ancora una partita, ma è difficile che qualcosa cambi) la sua posizione finale nella classifica di Serie A: da secondo a terzo. Ha mancato la finale della Coppa Italia, eliminato nel doppio confronto dalla Juventus. Ha vinto il girone preliminare di Champions League, non senza qualche affanno, ma poi il sorteggio l'ha messo di fronte al Real e sappiamo com'è andata. Dunque: zero tituli, direbbe Mourinho. Lo scudetto (virtuale) del bel gioco è indubbiamente suo: nessuno lo disconosce. Ma la città chiede qualcosa di più, ed espone pubblicamente la propria richiesta.

Sono passati esattamente trent'anni dal primo scudetto. I tifosi sono insaziabili. Vorrebbero vincere, e non dover vivere sempre e solo di ricordi. Sanno di avere una grande squadra, e un allenatore che le ha dato un gioco infinitamente più bello di quello che produceva il Maradonapoli. La differenza, allora, era tutta nei piedi del Diego. Ora può farla Sarri, gran direttore d'orchestra. Lo meriterebbero ampiamente, questa squadra e la sua città.