Rituali medievali o mafiosi?


Stadio Olimpico di Roma, 19 marzo 2015

Gli studiosi di storia medievale convivono da sempre con il forte pregiudizio negativo che riguarda il lungo periodo di tempo oggetto delle loro indagini. A connotarlo come negativo furono per primi degli intellettuali italiani che tra XV e XVI appiopparono a quella lunga età di mezzo tra la civiltà antica e quella moderna un'immagine negativa di decadenza e di superstizione. Da allora solo in alcuni momenti il medioevo ha coinvolto la passione dei contemporanei: i romantici, con i loro racconti storici ambientati tra i cavalieri; gli artisti e gli architetti neomedievalisti che hanno rinnovato il gusto estetico delle città europee tra Otto e Novecento; per arrivare a Walt Disney e all'attuale passione diffusa per il fantasy.

Nel senso comune rimane invece ben radicata l'immagine negativa del medioevo, che si declina in aggettivazioni deprecative: vandalico, barbarico, baronale, feudale, etc. Non si è sottratto, sulla "Gazzetta dello sport" di ieri [vedi], nemmeno il pur colto Franco Arturi, per bollare come roba da "Medioevo" la gogna cui gli ultrà romanisti hanno costretto i loro, consenzienti, beniamini dopo la figuraccia di coppa contro la Fiorentina, ennesimo anello di una catena sempre più ricca di "ordalie della vergogna". Ora, un purista potrebbe obiettare che l'ordalia tutto era tranne che una "liturgia tribale", e che l'uso della gogna risale, in realtà, all'età romana ed era molto diffuso anche nell'età moderna e nei secoli a noi più recenti. Ma non è questo il punto.

Arturi ha ragione nella sostanza: la sottomissione, per usare un termine in voga in questi giorni, dei giocatori agli ultrà delle curve, è semplicemente "un rituale mafioso", per usare le sue parole. Appropriate. Si tratta di delinquenza e di delinquenti ben noti alle forze dell'ordine e ai magistrati inquirenti. Ma come chiosa l'autorevole opinionista della "Gazza", il coraggio - da parte dei dirigenti, giocatori e ambiente tutto - di tagliare i mille legami mafiosi con le loro curve "è per ora come quello di don Abbondio: invisibile". Si preferisce continuare a baciare le mani.