Se telefonando ...



Futbolandia, 14 febbraio 2015 

Nel giorno in cui l'ennesima indegna gazzarra va in scena a Montecitorio, sale - toh, che novità! - agli onori delle cronache pedatorie Claudius Lotitus. Suo malgrado, però. Pino Iodice, direttore sportivo e segretario generale della Società Sportiva Ischia Isolaverde, militante nel girone C della Lega Pro, gli telefona e si attrezza per registrare la chiacchierata. Lotitus dice molte cose (anzi, praticamente parla solo lui), esprime tutta la sua preoccupazione (il sistema calcio è in asfissia) ma parla col tono del vero e proprio padrone del vapore. Anzi, del padre e salvatore della patria. Una cosa, in particolare, gli sta a cuore. Nulla che riguardi la Lazio o la Salernitana. No, perché parla nelle vesti di consigliere federale. E' l'uomo delle istituzioni. E dunque gli sta a cuore far sapere che club di piccole città, club di modesto calibro (con piccoli stadi e poco pubblico), sarebbe meglio non vedano la Serie A nemmeno col binocolo. Non per altro: perché poi come si vende il prodotto? Quale network sarà disposto a foraggiare una Lega che vende campionati-patacca, con squadre che nessuno conosce - il Carpi, il Frosinone, il Latina? Il 'sistema-calcio' è in asfissia, sarebbe il colpo finale. 

"Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... una può salì ... se mi porti squadre che non valgono un c... noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi - che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno - fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".

Andrea Abodi è il presidente della Lega di Serie B. Confidiamo trovi il modo di evitare questa sciagura. Che scongiuri la catastrofe. Anche se governare e orientare un campionato non è così facile. E non per via degli arbitri. Per via degli scommettitori. Degli aggiustatori di partite. Per via dei centinaia di tesserati sui quali pende un possibile rinvio a giudizio. Accusati di frode e/o associazione a delinquere; tra di essi c'è anche il commissario tecnico della nazionale, che dovrà rispondere di reati commessi quando allenava - appunto - in Serie B.

Lotito parla nel nome del calcio italiano, malato per il quale ha in tasca (e in testa) terapie sicure, a lungo studiate insieme all'amico Tavecchio. Nell'estorta telefonata si ascoltano molte cose interessanti - sui presidenti delle varie Leghe, sul presidente della CAN -, ma soprattutto si 'respira' il tanfo di malaffare, di illegalità, di opacità, di abuso che ha ormai completamente devastato il nostro calcio. L'ambiente è questo. Questi sono gli uomini che l'ambiente ha scelto per capi e rappresentanti. 

Naturalmente, molti esegeti - giornalisti di varia 'cultura' e 'militanza' - gettano acqua sul fuoco. Il metodo adoperato per conoscere il 'pensiero' di Lotito è non solo sgradevole, ma naturalmente perseguibile. Iodice si beccherà una bella querela - ma dice di avere altro materiale scottante sul de cuius. Quelli coinvolti, minimizzano. Conta la forma, non la sostanza.

Dice infatti Macalli, presidente della Lega Pro: "In tanti anni di calcio una cosa così schifosa non l'avevo mai vista. Registrare la telefonata! Sono allibito".

In fondo, dice Beretta, nelle parole di Lotito c'è solo un ritratto "spiccio" della realtà.

Già. Innocenti incidenti lessicali.