Per i musulmani non sono Charlie


Parigi, 10 gennaio 2015

Uno dei topoi della cultura marxista del Novecento era la certezza che le contraddizioni del capitalismo sarebbero alla fine esplose: “fare splodere le contraddizioni” era uno degli slogan più ricorrenti del linguaggio pubblico.

L’ambiguo rapporto dei proprietari quatarioti del Paris Saint-Germain Football Club con gli attentati terroristici che hanno sconvolto la Francia nei giorni scorsi sta facendo perlomeno “emergere” - per non usare parole stonate - le contraddizioni insite nell’islamizzazione del football mediatico internazionale [vedi].

Dopo la circolazione universale della foto con le maglie da gioco decorate con il nome “Charlie” anziché con quello dei calciatori - che potrebbe essere un falso, tanto più significativo [vedi] -, non è falsa la scelta del sito ufficiale della società di pubblicare lo slogan “Je suis Charlie” solo nelle versioni per Europa, Usa e Cina. In quelle destinate ai paesi musulmani, Indonesia e paesi arabi, invece non ve ne è traccia [vedi]. I tentativi di smentita appaiono ancora più goffi [vedi].

Il politicamente corretto alla musulmana? O le ragioni del capitale?