Fallo di reazione


Il Bestiario del Calcio - No Tav, please
9 luglio 2014

"Quando io vado a lavorare, produco e pago le tasse, lui e la sua famiglia fino a oggi hanno spolpato l’Italia". Così il presidente della Lega Pro Mario Macalli ha reagito, in occasione dell’inaugurazione del calciomercato a Milano, al tackle del presidente della Juventus Andrea Agnelli [vedi].

E ha proseguito: “Cerchiamo di offendere meno, a nessuno è permesso. Non sono unti dal Signore, hanno solo il cognome e senza quello forse andrebbero in un tornio ogni mattina e vediamo quanti pezzi producono in un’ora. Io mangio a casa mia, non mangio con i soldi del governo italiano”. 

E’ questo il bon ton della sedicente classe dirigente italiana. Che non esita a ricorre ai soliti toni intimidatori: “Chi ha un programma si presenti, lo dica apertis verbis e venga a prendere i voti. Gli scienziati atomici che sento parlare non ci fanno paura. Sento nomi sparati a vanvera, così tanto per fare. Se gli dai un bicchiere, forse forse quei signori fanno una O, se ce la mettono tutta”.

E a quelli irridenti: “Mi auguro che un giorno queste persone si siedano a parlare con noi che abbiamo le badanti e vediamo. Per un anno e mezzo la Serie A ha disertato il consiglio federale perché voleva più stranieri, oggi ci fa la lezione. Parlano perché devono dare aria alla bocca. Chi è giovane ha il vantaggio di essere appunto più giovane dell’anziano, ma lo svantaggio che non sa se raggiungerà l’età dell’anziano. Quelli che hanno bloccato il calcio italiano fanno giocare il 60% di stranieri nelle loro squadre, e il 90% sono pippe. Parlano di squadre B, ma quanti giovani hanno tirato fuori dai loro vivai? Da me non farebbero nemmeno i portinai. I club di A diano a noi i loro salumi. Li faremo stagionare bene, ma vogliamo essere pagati per questo”.

E al doroteismo: “In questi giorni la democrazia viene calpestata, ora stanno scocciando davvero. Uno si presenta col programma e chiede i voti. Se li prende governa sennò va a casa. Io sostenni da solo Abete che pur prendendo il 65% dei voti non riuscì a essere eletto: quelli che oggi ci vogliono dare lezioni sono gli stessi che hanno bloccato il calcio italiano per anni. Le società di Lega Pro decideranno secondo il loro volere ma io ho il dovere di spiegare loro ciò che penso. Se qualcuno ha dubbi venga da me a vedere quanti voti si prendono”.

Battuta finale: “E poi i clown e ballerine assunti dalle tv devono smettere di offendere”.

Che tristezza: questa è la nostra “classe digerente” (e non è un errore di battitura). Mario Macalli ha appena compiuto 77 anni, lavora nel calcio da 52, è presidente della Serie C da 17: sotto la sua presidenza sono fallite decine di squadre e il movimento è ormai agonizzante. Decenza vorrebbe che rassegnasse le dimissioni. Immediatamente.

Fonti: 01-02