Rassegna per lor signori


4 maggio 2014 - Anniversario della tragedia di Superga (1949)

Decenza vorrebbe che i vertici istituzionali del calcio e dello sport italiano e quelli delle cosiddette “autorità competenti” alla gestione della partita di finale della Coppa Italia 2014, in un sussulto di buon senso, dessero le dimissioni.

Ma come usava ricordare (più di mezzo secolo fa …) un grande Italiano, l’abruzzese Ennio Flaiano, “non bisogna mai minacciare le dimissioni in Italia, perchè qualcuno potrebbe accettarle”. E aggiungiamo, sempre con lui: “La situazione politica in Italia [continua a essere] grave ma non è seria”.

Abbiamo qui raccolto una piccola rassegna stampa internazionale per i signori Giovanni Malagò [vedi quel che ne pensava Eupallog il giorno della sua nomina], Giancarlo Abete [idem] e Maurizio Beretta [idem] e, con loro, Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma [sul quale vedi anche], e Massimo Mazza, questore di Roma [qui in versione Pinocchio], nella certezza che non avranno il tempo in queste ore, “convulse”, per rendersi conto dell’ennesimo indegno spettacolo che hanno apparecchiato per la stampa estera.

El Pais

Mundo Deportivo

Frankfurter Allgemeine Zeitung

Daily Mail

Marca

The Guardian

Sports Illustrated

L’Equipe

Ma le frasi più tristi le ha dette il massimo rappresentante della Repubblica Italiana presente ieri allo Stadio Olimpico di Roma, il Presidente del Senato Pietro Grasso:
- “Sono stato più volte in procinto di abbandonare il campo perché ritenevo che queste occasioni di sport non potevano trascinare in una violenza di alcun senso”. Domanda: e perché non se ne è andato davvero? “Per senso del dovere” o per senso del ridicolo?
- Sui tifosi che hanno fischiato l’inno di Mameli: “Non è stato un esempio di civiltà istituzionale perché l’inno nazionale non c’entra nulla con tutto questo”. Forse l’ex Capo della Direzione Antimafia non si è reso conto che ieri sera Genny a’ Carogna ha sfidato lo Stato, la Repubblica e le Istituzioni. Ed ha alzato la Coppa (in Mondovisione).