L’ultrà calcio


Inizio stagione calcistica italiana 2013/2014

Purtroppo, ma come era prevedibile, il calcio italiano ha cominciato la nuova stagione là dove aveva lasciato la vecchia: prigioniero degli ultras che lo stanno assassinando. Quasi tutti avranno dimenticato i cori razzisti degli ultras della Roma a San Siro contro Balotelli, l’agguato degli ultras della Fiorentina ai giocatori del Milan nella stazione di Firenze, le violenze degli ultras del Lecce dopo la partita di playoff contro il Carpi. Quasi tutti non si saranno accorti delle dimissioni date dal vice allenatore del Brescia, Fabio Gallo, non gradito dagli ultras del Brescia per una dichiarazione di 18 anni fa, delle aggressioni verbali degli ultras della Roma a Osvaldo, etc. Passata la mezzanotte del 23 luglio 2013, a Sassuolo, gli ultras locali hanno rivolto i consueti cori razzisti contro il giocatore del Milan Constant, mentre solo un’oretta prima gli ultras della Juve avevano intonato il consueto coretto sui saltelli, la morte e Balotelli [vedi].

Il calcio italiano è ormai quotidianamente immerso nella cultura ultrà a tal punto da non accorgersene nemmeno più. In Europa sta forse peggio solo il calcio bulgaro, e abbiamo superato le violenze di quello turco (ma con una differenza non da poco: i turchi hanno stadi moderni che noi non possiamo più permetterci). La china italiana è quella verso il calcio ultrà argentino, dove ormai una partita su due si tiene a porte chiuse o in date posticipate e il conteggio dei morti è bollettino settimanale. Fiumi di inchiostro sociologico sono stati versati per analizzare il fenomeno, le sue cause e le soluzioni possibili. Qui solo rimarchiamo ancora una volta il deficit del calcio italiano: l’inadeguatezza culturale dei suoi protagonisti. Sono i dirigenti ultras, i giornalisti ultras, i giocatori ultras e i tifosi ultras a legittimare gli ultras nelle violenze e nelle intimidazioni che stanno avvolgendo il sistema nelle spire di una quotidiana metastasi. È un ultrà calcio che la tradizione pallonara del nostro paese non si merita.