Processi sportivi


17 giugno 2013, tribunali e carceri europei

Il tribunale di Lelystad ha inflitto ieri il massimo della pena ai calciatori minorenni dell’Amsterdam Nieuw Sloten che il 3 dicembre 2012 avevano ucciso a calci su un campo giovanile, ad Almere, un guardalinee, Richard Nieuwenhuizen di 41 anni [vedi]. I nomi propri dei condannati - insieme a loro anche un genitore, tale El-Hasan D. (6 anni di carcere) - denunciano il dramma della difficile convivenza etnica e il fallimento dell’illusione multiculturalista olandese: Fady, Ibrahim, Othman, Soufyan e Mohamed (24 mesi di reclusione, di cui 6 di condizionale). La motivazione: “hanno dimostrato una violenza inaudita verso Nieuwenhuizen, come se stessero prendendo a calci un pallone, colpendo alla testa e al collo l’uomo” [vedi]. Gli avvocati difensori eccepiscono: “i giudici non hanno fatto distinzione fra chi ha scalciato l’uomo a una gamba o alla testa”. Testuale, appunto.

Dalla stampa inglese apprendiamo invece che nelle carceri britanniche sono attualmente detenuti circa 150 calciatori, soprattutto delle serie inferiori “rimasti senza contratto, vittime di depressione, alcolismo, bancarotta”, che “si macchiano di reati di droga” [cronaca - approfondimenti]. Dietro le sbarre sono finiti anche Gerrard, Wise, King e, da ultimo Joey Barton (77 giorni nel 2008 per il pestaggio di un ragazzo di “colore”).

Dalla Francia la nota più lieve, e un po’ cochon: oggi a Parigi si apre il processo a Karim Benzema e a Franck Ribery per accertare se sapessero che l’ex prostituta Zahia - ora affermata “stilista” (linea ovviamente lingerie [nella foto]) - era minorenne quando fungevano da suoi “utilizzatori finali” (per dirla con i termini di un noto avvocato padovano italiano) [ici]. Rischiano fino a tre anni di reclusione e 45mila euro di multa. Teoricamente.

Nulla d’altro essendo da aggiungere (per oggi), la seduta è tolta.