I 12 “por qué”


8 maggio 2013, Stadio Giuseppe Meazza, Milano

Massimo Moratti ha commentato signorilmente la manifestazione della Curva Nord nerazzurra prima della partita con la Lazio (1:3): "Contestazione civile, li capisco. L’avrei fatto anche io. Ma certe risposte non so come darle. Per il resto anch’io penso la stessa cosa, dobbiamo avere più forza dal punto di vista societario". 

Questi gli interrogativi (si noti l’uso del Lei):
1) Secondo lei perché tutto lo stadio ha applaudito i recenti striscioni della Curva riguardanti la società?
2) Perché sono stati messi in discussione gli stessi medici con cui abbiamo vinto il Triplete?
3) Perché il progetto di svecchiare la squadra comporta la vendita dei giovani già presenti in rosa o provenienti dalla nostra Primavera?
4) Che senso ha svendere sempre i nostri giocatori?
5) 2010-2013. Dal tetto del mondo si è crollati alla situazione attuale. A fronte dell’esempio di altri club europei crede che la causa sia tutta da attribuire ai giocatori e allenatori di questo periodo?
6) Come mai la società è sempre passiva di fronte a ogni attacco mediatico?
7) All’Inter c’è sempre un colpevole da mettere in piazza e una fuga di notizie mai vista in altri club. Non sarebbe opportuno avere nella dirigenza un “uomo forte” capace di trasmettere il senso di appartenenza, gestire tutte le situazioni societarie e “mettere” la faccia” a difesa della società?
8) Perché non è mai stato spiegato il reale motivo dell’allontanamento di Oriali dalla Dirigenza?
9) Perché si dice che la società Inter sia come una grande famiglia quando la realtà è l’esatto opposto? Non si è accorto che tutti pensano a se stessi e alla propria poltrona?
10) Come si fa a permettere che la seconda maglia dell’Internazionale sia rossa se si è interisti?
11) Si diceva che il suo sogno era la Champions come suo padre… ora si dice che l’altro suo desiderio sia lo stadio nuovo… Va bene, ma l’Inter?
12) Perché chi va via dall’Inter parla sempre bene di Lei… ma male dell’Inter?

Evviva la Curva, quando si esprime in questo modo (e si sobbarca costi ingenti per farlo: 600 metri di stoffa e colori, 30.000 volantini …)! Niente violenze, ma l’incisività delle parole scritte, e non gridate in slogan squadristici.

Sono tutti interrogativi fondati, su questioni su cui anche Eupallog ha posto l’attenzione sin dalla fine dell’estate scorsa, all’inizio di questa sconcertante stagione: la perniciosa sopravvalutazione del Triplete [vedi], la sottovalutazione della necessità di un ricambio tempestivo e corposo dell’organico [vedi], l’incerta direzione tecnica [vedi], l’inutilità di fare di Stramaccioni il capro espiatorio in assenza di un progetto [vedi].

Eppure, tutto era profilato sin dal 1° settembre 2010, al termine della campagna acquisti e cessioni successiva al Triplete: Benitez, che aveva chiara in mente la necessità di rinnovare ampiamente un organico spremuto, aveva suggerito l’acquisto di Mascherano, Kuyt, Evra e Jovetic, ed ebbe Biabiany, Coutinho, Obi, Castellazzi e ceduto Balotelli. Risultato: il 26 settembre successivo l’Inter fu per l’ultima volta (a tutt’oggi) capolista …

E diciamolo subito: le voci di questa primavera 2013 sulle partnership finanziarie, quelle sulle ristrutturazioni dell’assetto societario, la conferma della vecchia e logora guardia (si rischia di ripartire nella “nuova” stagione ancora una volta da Cambiasso e Zanetti …), e i nomi dei giocatori che sarebbero già stati acquistati, non lasciano sperare in un’inversione strutturale di rotta. La patologia invalidante sembra continuare a fare il suo corso.