"This is a sad day for European football"


4 febbraio 2013, Den Haag

Le parole sono state pronunciate dal capo dell’Europol, l’agenzia anticrimine dell’Unione Europea, Rob Wainwright, durante una conferenza stampa all’Aia, in cui sono stati resi noti i primi risultati di un’inchiesta penale internazionale sulle partite di calcio truccate.

I dati sono inequivocabili: le partite sospette sarebbero 680, giocate in trenta paesi, tra il 2008 e il 2011, di cui circa 380 in Europa e 300 tra Asia, America Latina e Africa. L’organizzazione criminale avrebbe la propria base a Singapore: 50 persone già arrestate, altre 80 ricercate, almeno 425 corrotte, tra funzionari, calciatori e arbitri, di 15 paesi diversi: in Europa principalmente in Turchia, Germania, Svizzera, Belgio, Croazia, Austria, Ungheria, Bosnia e Slovenia. L’indagine va avanti da 18 mesi, le persone corrotte avrebbero ottenuto fino a 140.000 euro. Solo in Germania l’organizzazione avrebbe guadagnato quasi otto milioni di euro.

Le partite in questione riguardano campionati di club, di qualificazione agli Europei e ai Mondiali di Calcio. Due delle partite si sarebbero giocate in Champions League, una delle quali in Gran Bretagna. Due delle partite di qualificazione ai mondiali sarebbero state giocate in America Centrale e in Africa.

Dopo i grandi scandali per partite truccate scoppiati in Inghilterra negli anni 1960s e in Italia negli anni 1980s e 2010s, è questa la più grande inchiesta di sempre su partite truccate in Europa e nel mondo. Essa si intreccia con quella in corso da parte delle autorità italiane, ed entrambe hanno identificato il terminale nell’estremo Oriente.

I nostri giocatori e allenatori non sono dunque gli unici ad essere (stati?) corrotti. Ciò non significa fare di ogni erba un fascio. Ma smettiamola di esercitarci nel consueto tafazzismo, per cortesia: il nostro paese non è peggiore di altri. La pratica è sociale e planetaria. Purtroppo.

Reuters | BBC | Il commento di David Conn | La posizione di Eupallog